Punti di vista diversi sulla nuova Amministrazione

Mondo

di Andrew Spannaus

A leggere la stampa e a guardare molte trasmissioni televisive negli Stati Uniti e in Europa, sembra che l’Amministrazione di Donald Trump sia partita talmente male da pensare ad un crollo verticale del sostegno tra la popolazione, e alla probabilità dell’impeachment a breve. Ogni conferenza stampa viene considerata un disastro, e ogni decisione politica un errore contrastato da più parti.
Ripensando invece al modo in cui Trump è stato trattato dai media durante tutta la campagna elettorale, sarebbe forse il caso di essere cauti, e di capire che ancora una volta le notizie rischiano di essere superficiali.
 
E’ incontestabile che per ora il nuovo Presidente non sia riuscito a guadagnare ampi consensi tra le istituzioni e nel mondo politico. E’ un problema serio, in quanto in questa fase l’efficacia del suo operato non dipende dal voto degli elettori, ma dall’abilità di tradurre le sue idee in pratica, che richiede la collaborazione fattiva della macchina dello Stato. Senza il rispetto della burocrazia permanente, sarà molto difficile per il Presidente Trump raggiungere gli obiettivi che si è posto. E nel mondo politico ci sono evidenti problemi non solo con i democratici, spinti ad un’opposizione totale dalla loro base, ma anche con i repubblicani, per via di differenze non solo di forma, ma anche di sostanza.
 
Com’è successo l’anno scorso, i principali media continuano a focalizzarsi su tutti gli aspetti negativi e contraddittori di Trump: non rispetta le convenzioni, non ha esperienza politica, e inciampa spesso in contraddizioni. Tuttavia sarebbe miope - di nuovo - ignorare l’efficacia del suo modo di agire. L’atteggiamento sfrontato, gli attacchi agli stessi media, i decreti veloci e dimostrativi, fanno capire che intende governare proprio come ha fatto la campagna elettorale. E non dovrebbe sorprendere che in questo trova il sostegno ancora di quasi tutti quelli che lo hanno votato.
La popolarità di Trump non è crollata, tanto che il suo tasso di gradimento tra gli elettori viaggia intorno al 42%, un numero pessimo visto in termini storici, ma non lontano da quello che ci si potrebbe aspettare per chi ha vinto con meno della maggioranza dei voti. D’altronde è un livello che anche Barack Obama conosce bene, avendo passato parecchio tempo nella zona tra 40 e 45.
Molti dei sostenitori di Trump credono che si stia muovendo bene, mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale. E le critiche continue sulla stampa vanno solo ad accentuare la sfiducia dilagante verso il mondo del giornalismo, visto come portavoce di un élite che non capisce i problemi della gente normale. Dunque pur senza ignorare gli errori e i limiti significativi dimostrati da Donald Trump nelle prime settimane del suo mandato, sarebbe un errore non riconoscere che ci sono diversi punti di vista sull’operato della sua Amministrazione, che ancora una volta possono portare a sorprese per chi preferisce presentare solo gli aspetti negativi del nuovo Presidente.

 

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