Sulle tasse Bannon difende il populismo

Mondo

di Andrew Spannaus

Il capo stratega della Casa Bianca Steven Bannon è riconosciuto come la figura che più ha promosso la linea del populismo economico - con una forte critica all’élite finanziaria - tra i consiglieri di Donald Trump. Adesso che la nuova Amministrazione cerca di far varare alcune riforme significative in tempi brevi, Bannon torna all’attacco chiedendo di aumentare le tasse ai più ricchi, per poterle tagliare di più per la classe media.

Un articolo sul sito Axios ha rivelato che Bannon vorrebbe portare l’aliquota superiore ad oltre il 40%, dall’attuale 39,6% per chi guadagna più di $414.000 all’anno. Oltre a permettere più aiuti ai ceti medi, questo potrebbe liberare risorse per gli investimenti promessi da Trump per rivitalizzare l’economia reale. Su questo punto il Presidente non ha fatto grandi passi in avanti finora; un esempio è la riduzione della prima proposta di 1 trilione di dollari per le infrastrutture, scesa già a 200 miliardi nello spazio di 10 anni.

Prima dell’elezione Bannon si era distinto apertamente dai repubblicani tradizionali, dichiarando di non sottoscrivere la loro versione del conservatorismo, e attaccando spesso la finanza speculativa che avrebbe rovinato le basi cristiane del capitalismo americano, nella sua visione. Ora si pone come alternativa all’ala Goldman Sachs dell’Amministrazione.

Sono infatti il segretario al Tesoro Steve Mnuchin e il consigliere economico Gary Cohn gli oppositori principali alla visione populista di Bannon. Mnuchin e Cohn hanno fretta di portare a casa la riforma fiscale. Il punto essenziale per loro è l’abbassamento dell'aliquota per le società dal 35% al 15%; pensano che occorra una riforma forte, non un aggiustamento minore. L’aumento proposto da Bannon per le persone fisiche invece non trova il loro sostegno, come nemmeno quello di gran parte dei repubblicani al Congresso.

Un punto dove le due fazioni si stanno avvicinando sembra essere quello della spesa in deficit. Bannon ha dichiarato che il momento è giusto per fare grandi investimenti, visto che i tassi di interesse sono bassi. Secondo alcune fonti anche Cohn e Mnuchin sarebbero pronti ad abbandonare l’idea di dover trovare la copertura nel bilancio per ogni nuova misura.

La Casa Bianca deve prendere in considerazione diversi fattori che possono influenzare l’opinione pubblica. Il tentativo di abrogare l’Obamacare si è arrenato per ora, a causa dei pesanti tagli al Medicaid contestati da alcuni Senatori repubblicani. La dirigenza del partito cercherà di convincerli con incentivi specifici per i loro stati, ma la popolarità della misura è già molto bassa.

Per questo motivo c’è chi vuole partire prima con la riforma fiscale, per evitare di sprecare tempo considerando l'avvicinarsi delle elezioni di medio termine del 2018. La proposta di Bannon aiuterebbe Trump a mantenere la sua identità populista, e anche ad avere un minimo sostegno sul lato democratico.

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