Contromano

Europa

Questa Europa è sempre più simile ad una “Chiesa” senza fede. Una Chiesa in cui persino i sacerdoti sono venuti perdendo la fede. Da ultimo anche la fede nella “austerity”.
E, dunque, abbiamo oggi un’Europa che si limita alla distribuzione delle “indulgenze”. 
Ciò è da ultimo evidente nella scelta europea di “non entrare nella politica italiana”… ma di rinviare ogni intervento sul bilancio italiano a “dopo il referendum!”

Alla “astuzia” politica dell’Europa corrisponde la “furbizia” politica del Governo italiano. Questo, ancora in maggio si è impegnato sull’ obbiettivo da un deficit all’1,8%. In ottobre, senza che nel frattempo siano intervenuti fatti nuovi (escluso solo il terremoto), lo stesso Governo punta invece ad un deficit formale al 2,3%. La causa principale di questa variazione in aumento sarebbe costituita dai “migranti”.
Ma i migranti, che verrebbero così presi in ostaggio, c’erano anche prima! E, in ogni caso, l’astuzia europea batte la furbizia italiana. Infatti, mentre per i “migranti” la Turchia riceve dall’Europa (anche da noi) 3 miliardi, l’Italia non riceverà dall’Europa denaro europeo, ma solo il “permesso” di spendere in deficit denaro italiano!

Alla fine l’Europa cederà. Cederà con fermezza, come si dice a Bruxelles, ma cederà. Avremo così un deficit formalmente al 2,3% (o al 2,2%), ma sostanzialmente al 3% perché le “coperture” inventate dal Governo sono basate essenzialmente su entrate “una tantum”, destinate a diventare entrate “una pocum”; entrate inventate; entrate addirittura “suicide”, come quelle che dovrebbero derivare dal condono sulle cartelle esattoriali, dato che il messaggio fiscale è: non si paga, semmai ti arriva un SMS; vendite di attivi patrimoniali come le “frequenze” con proventi non utilizzati per l’abbattimento del debito pubblico (come si usa in tutto il mondo civile), ma per finanziare spesa coerente, etc.
In sintesi, l’unica cosa vera nella manovra di bilancio è l’incremento del deficit e dunque del debito pubblico, con cui si va verso il nuovo scenario di crisi: con la fine del “Quantitative Easing”e con il rialzo dei tassi!.

Investimenti pubblici. Questo il “mantra” del governo: maggiori investimenti pubblici. 
In realtà gli investimenti pubblici sono in flessione,(i) tanto nel sud dove i fondi di “coesione sociale” non vengono spesi e quindi destinati ad altri paesi europei,, (ii) quanto sull’intero territorio nazionale, dove sono bloccati tra l’ altro e da ultimo dal “Nuovo codice degli appalti” pensato per accelerarli, ma in realtà lungo 2,1 km lineari…

Industria 4.0. Un conto è detassare gli investimenti liberamente decisi dalle imprese, indipendentemente dalla natura degli investimenti: investimenti in capitale materiale, investimenti in capitale immateriale. (come era nello schema della Legge Tremonti e successive). 

Un conto è invece superdetassare gli investimenti 4.0, ovvero gli investimenti in capitale immateriale. Un tipo di investimento, questo, che riduce l’occupazione, incrementando corrispondentemente e necessariamente la disoccupazione e la crisi
Come fu per l’Irap, che tassava (e tassa ancora) maggiormente le imprese che hanno operai e debiti, favorendo per differenza quelle che hanno “robot” e mezzi propri
Un conto è l’industria 4.0, buona in sé, un conto è la sua forzatura drogata!

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